KRAV MAGA: introduzione al sistema







Il Krav Maga è la quintessenza della tattica per l'autodifesa, il combattimento corpo a corpo e la protezione di terza persona, insegna ad affrontare i reali pericoli della strada, e con un' intelligente ed immediata valutazione della pericolosità dell'aggressione e delle circostanze, anche ambientali in cui ci si trova, si impara a scegliere l'azione più opportuna da utilizzare per salvaguardare la propria incolumità.


Nelle tecniche del Krav Maga non vi è nulla di superfluo o estetico, ma solo estrema efficacia, istintività, condizionamento, velocità di esecuzione delle combinazioni fino all'eliminazione del problema, che può voler dire: sia dileguarsi che colpire e fuggire o arrivare alla risoluzione più estrema.

Particolarmente riconosciuto a livello mondiale è lo studio delle tattiche e delle tecniche per la protezione di terza persona contro gli attacchi e/o minacce armate, siano esse effettuate con armi bianche o da fuoco, comprese quelle automatiche e militari, ed essendo un vero sistema di autodifesa semplice e rapido da apprendere, si adatta ad ogni tipo di persona: uomini, donne, ragazzi, di qualsiasi corporatura e peso.

UN PO' DI STORIA:

Il Krav Maga è nato in Israele negli anni '40 ad opera di Imi Lichtenfeld , non certo per motivi artistici o sportivi ma per esigenze militari di sopravvivenza. Negli ultimi 50 anni si è evoluto e perfezionato sul campo di battaglia, durante le numerose guerre sviluppatesi in medio oriente. Fino a vent'anni fa era un esclusivo sistema insegnato esclusivamente ai reparti speciali dell'Israeli Defense Force e agli operatori della sicurezza nazionale. Successivamente, venne adattato per le esigenze civili ed insegnato negli ultimi dieci anni in molti stati del mondo, mantenendo sempre intatti i principi fondamentali per cui è nato.


IMI LICHTENFELD: biografia del fondatore

Nacque a Budapest nel 1910 in una famiglia ebraico-ungherese ma crebbe a Presburgo (in ungherese: Pozsony, in slovacco: Bratislava). Fondamentale per l'educazione di Imi fu la figura del padre, Samuel Lichtenfeld, un acrobata circense esperto di lotta e sollevatore di pesi ed, in seguito, ispettore capo di un dipartimento investigativo della polizia.
In questo clima, sin da piccolo si mostrò una persona polivalente e, grazie al padre, Imi si appassionò all'arte circense (a 13 anni entrò a far parte di un circo itinerante), al nuoto e agli sport da combattimento, praticando boxe e wrestling, ove ottenne notevoli risultati (nel 1928 vinse il campionato giovanile di lotta libera in Cecoslovacchia e nel 1929 fu campione nazionale di lotta nella categoria Seniores e campione internazionale di pugilato). Esercitò anche ginnastica acrobatica, arti marziali come judo e jujitsu e partecipò a vari spettacoli teatrali, dedicandosi all'arte drammatica. Gli anni successivi furono un susseguirsi di successi sportivi che testimoniano la sua incredibile predisposizione per gli sport da combattimento, trovandosi ad affinare le sue tecniche di combattimento per le strade, infatti, assieme ad alcuni amici.
Negli anni trenta, le persecuzioni naziste contro gli ebrei di Bratislava imperversarono rapidamente e Imi Lichtenfeld, assieme ad altri lottatori della sua estrazione etnica, si impegnò nell'affrontare gli aggressori. Fu proprio questa esperienza a far capire ad Imi che la lotta di strada è una situazione ben diversa dal confronto sportivo e, in base alla pratica in queste circostanze, iniziò a sviluppare un proprio sistema di combattimento, adatto per affrontare i pericoli della vita quotidiana. Costituì anche un gruppo che si addestrava specificatamente a scontri con le bande sempre più numerose di antisemiti.
Imi, a seguito dell'occupazione nazista in Cecoslovacchia, per sfuggire all'olocausto fu costretto a fuggire assieme ad altri uomini lasciando Bratislava ed andando in Palestina (all'epoca sotto Mandato Britannico) nel 1940, dopo un viaggio molto travagliato (rischiò di perdere la vita per salvare alcune persone cadute dall'imbarcazione ed essa fu distrutta poi da forti correnti d'aria mentre si stava dirigendo a Creta).
Nel 1944 partecipò alla costituzione del neonato esercito israeliano, addestrando diverse unità di élite di Haganah e Palmach. Per oltre vent'anni mise a disposizione della forza di difesa israeliana la propria esperienza nel combattimento contribuendo a forgiare la leggenda delle unità speciali israeliane. Dopo anni passati al servizio dell'esercito si ritirò non rinunciando però a diffondere le tecniche apprese e raffinate negli anni.
Dopo la nascita dello stato di Israele nel 1948, divenne istruttore capo per l'addestramento fisico delle Forze di Difesa Israeliane. Proprio in questo periodo, Lichtenfeld, grazie alle sue esperienze di lotta maturate sia nelle competizioni sportive che per la strada, introdusse un sistema efficace e, allo stesso tempo, da apprendere in breve tempo: il krav maga.
Dopo essersi ritirato dal servizio militare nel 1964, Imi iniziò ad adattare il krav maga a metodo di difesa personale ed estendendolo anche alle forze di polizia e ai civili, a persone di ambo i sessi e di qualsiasi età. Per diffondere la sua disciplina, fece istituire due scuole a Tel Aviv e a Netanya, la città dove viveva.
Nel corso degli anni, vennero aperte sempre più scuole di krav maga, in modo da diffonderlo in tutto il mondo. Nel 1978, Lichtenfeld istituì la I.K.M.A. (Israeli Krav Maga Association), associazione atta alla promozione e divulgazione di questo metodo in Israele.









IN ITALIA:

Il Krav Maga in Italia è stato diffuso a partire dal 1999 dal Maestro Philippe Kaddouch ex Istruttore dell'esercito israeliano che in quel anno ha formato Marco Buschini e altri pochi Maestri.

CHI LO ADOPERA:

Attualmente il Krav Maga è stato adottato da molti reparti speciali militari e di Polizia al mondo, è in uso in alcuni reparti speciali in Italia, in alcuni comandi di Polizia locale, e in vari reparti dell'Esercito.

PER LA DIFESA PERSONALE:

Dopo circa dieci anni, il Krav maga si è diffuso come metodo di difesa personale ed è insegnato nelle palestre italiane.

Aproffittando però, ancora della scarsa conoscenza da parte dei più, molti sedicenti "maesti" di arti marziali hanno inserito il Krav Maga nel loro "menu" di proposte di corsi per allargare il business proponendo mix di varie tecniche marziali e allenamenti improbabili per questo metodo.

Il Krav maga non è un arte marziale e gli allenamenti non prevedono uso di guantoni, caschi, paradenti, è contemplata solo la "conchiglia " paragenitali per gli uomini. Saltuariamente, in fase di test "feedback" si possono usare le protezioni. (caschetto, guantoni e paradenti).

Nel Krav maga, non si usano leve articolari o bloccaggi a terra, nella realtà in una aggressione che avviene per strada rimanere bloccato a terra o comunque tangente all'aggressore sarebbe un grave errore!!
È tuttavia in molte scuole insegnata anche la base della lotta al suolo al fine di rimettersi in piedi il prima possibile in caso di aggressione violenta in strada o comunque saper gestire una situazione in cui ci si ritrova bloccati sull'asfalto.

Un aspetto che occupa circa il 50% dell'allenamento, è quello della preparazione psicologica. Il Krav maga nasce per una aplicazione nel tentativo di sopravvivere ad una aggressione per strada o comunque non in palestra, per questo motivo la preparazione emotiva deve assolutamente far parte dell'addestramento globale, con tecniche particolari che mettono sotto stress il praticante come l'allenamento ad occhi chiusi o a sorpresa.

Anche se romanzato, nel film "fuori dall'incubo" con Jennifer Lopez, si possono vedere alcuni allenamenti di Krav Maga.




Il Krav Maga, dovendo mettere fin da subito nella condizione di difendersi anche chi è più debole o possiede degli impedimenti fisici, non necessita di particolare prestanza fisica o di allenamenti estenuanti prolungati nel tempo. Conoscere il Krav Maga è un po come guidare o andare in bici, puoi arrugginirti se non lo pratichi, ma non lo perdi mai del tutto, facendo suoi movimenti naturali del corpo e non azioni che necessitano di allenamento per essere mantenute (es. calci alti, calci volanti ecc...) 
Allenarsi è dunque una pratica finalizzata al mantenimento di una buona forma fisica e preparazione dei riflessi e tempi di reazione. 






Principi di base del Krav Maga di Imi Lichtenfeld:



● Non fatevi male

Significa arrivare ad un alto livello di competenza nell’autodifesa. Comunque, se vi fate male, dovete sapere come sostenere l’attacco e come agire correttamente nelle nuove condizioni che si sono create.


● Siate modesti

Non vantatevi delle vostre capacità ed evitate i conflitti non necessari.
Dominate il vostro ego e controllate il vostro stato mentale, in modo che non vi tradiscano durante un confronto. Siate pronti ad accettare le critiche e gli insegnamenti delle altre persone.


● Agite correttamente

Fate la cosa giusta, nel posto giusto, al momento giusto, per gestire un confronto fisico.

Utilizzate appieno le vostre capacità, approfittate al massimo degli elementi e delle condizioni che prevalgono nel luogo dove vi trovate, in modo da affrontare la situazione efficacemente.


● Diventate esperti, così non dovrete uccidere

Il praticante esperto di Krav Maga non ha bisogno di infliggere danni fisici non necessari ai propri avversari ed è capace di terminare il confronto fisico in breve tempo ed in maniera efficace. Abbiate rispetto delle altre persone, anche durante un incontro pericoloso. D’altro canto, date retta al vecchio adagio: “Se qualcuno viene ad uccidervi, uccidetelo per primi”, con riferimento alla situazione in cui non avete altra scelta, perché si tratta della scelta tra “voi o lui”. E’ anche essenziale affinare la propria abilità nel riconoscere il livello di gravità di un possibile attacco. Ciò è particolarmente importante per i giovani, ai quali debbono essere insegnati i valori dell’autocontrollo e della necessità di evitare la violenza, ma che, allo stesso tempo, debbono acquisire la capacità di difendersi efficacemente. Questo atteggiamento significa: per prima cosa, cercate di evitare il confronto, ma, se siete aggrediti, rispondete con un livello appropriato di forza sufficiente a neutralizzare la minaccia ed a togliervi dalla situazione di pericolo.


● Evitate i danni fisici

Calcolate attentamente i rischi di ogni specifica azione ed evitate il pericolo, se possibile. Le vostre azioni dovrebbero essere principalmente basate sull’autodifesa; il Krav Maga pone fortemente l’accento sull’uso delle tecniche di difesa.
Le tecniche del Krav Maga sono state sviluppate come ampliamento dei riflessi naturali del corpo. Queste risposte naturali sono state successivamente perfezionate, affinate ed indirizzate ad andare incontro alle esigenze di chi si deve difendere in una data situazione.


● Difendetevi e contrattaccate nel modo più veloce e diretto possibile da qualsiasi posizione di partenza, prendendo in considerazione la sicurezza e l’opportunità della vostra azione. Rispondete correttamente, secondo e come richiesto dalle circostanze, valutando attentamente la natura della vostra risposta e la forza dell’attacco (allo scopo di evitare danni fisici non necessari).


● Colpite correttamente in qualsiasi punto vulnerabile, nel modo necessario per prevalere sull’aggressore.


● Utilizzate qualsiasi attrezzo od oggetto disponibile nelle vicinanze per la difesa ed il contrattacco.




ZONE VULNERABILI PRINCIPALI


Se vi troverete in una situazione in cui è necessario contrattaccare per difendere la vostra incolumità, è molto importante sapere dove e come colpire. E importante anche sotto il profilo giuridico, giacché la vostra reazione deve essere proporzionale all’offesa minacciata.
In certi casi, pertanto, sarà consigliabile ricorrere ad un contrattacco “leggero”, giusto per fermare l’azione del vostro assalitore e procurarvi un’opportunità di fuga.

In altri casi, quelli più pericolosi, non dovete esitare a ricorrere ai colpi più duri, cercando gli obiettivi maggiormente vulnerabili, di cui di seguito ne sono elencati alcuni.




ZONA OCULARE

Colpire l’occhio provoca dolore, lacrimazione, offuscamento della vista. Se il colpo è potente, e inferto ad esempio con la punta delle dita, può provocare addirittura la rottura del bulbo e la perdita definitiva della vista.



ZONA AURICOLARE

Colpire l’orecchio può provocare un doloroso shock al timpano. Se il colpo è particolarmente violento, potrebbe causare la concussione della massa cerebrale e quindi la morte.



ZONA NASALE

Rompere il naso (sia con un pugno che con una testata) causa sempre un dolore molto intenso; può produrre lacrimazione, fuoriuscita di sangue e perdita dei sensi; se il colpo è particolarmente violento, e indirizzato dal basso verso l’alto, potrebbe causare la penetrazione dell’osso nella massa cerebrale, e dunque la morte.




GOLA

Il colpo alla gola è sempre pericoloso: le conseguenze vanno dal senso di soffocamento alla morte.




DITA DELLE MANI

Dolore intenso, fratture, distorsioni: i colpi sulle dita (o le prese, o i morsi) possono produrre questi risultati, rendendo complicato, per chi li subisce, lo stesso uso della mano.




COLONNA VERTEBRALE

Un colpo potente sempre molto doloroso può danneggiare seriamente le vertebre e il loro giusto assetto, causando anche la paralisi. In caso di colpo molto potente, la spina dorsale potrebbe addirittura spezzarsi, procurando la morte.




PLESSO SOLARE

Un pugno ben indirizzato può provocare la perdita di coscienza, giacché il punto è particolarmente sensibile. I colpi più potenti (come i calci) possono produrre lesioni agli organi interni.




TESTICOLI E VESCICA

La zona inguinale è delicatissima. Un colpo nei testicoli (sempre molto doloroso) può provocarne la rottura. Anche la vescica e l’osso pubico possono essere rotti da un colpo potente (ad esempio un calcio): in questi casi si verifica un’emorragia interna che può condurre alla perdita di conoscenza.




GINOCCHIO

Anche questo è un bersaglio ideale, per il semplice motivo che è quasi sempre facilmente colpibile. Le conseguenze di un colpo ben assestato sono: forte dolore, probabile slogamento, possibile frattura.




POLPACCIO

Un colpo deciso può causare spasmo muscolare, difficoltà ad appoggiare la gamba e quindi temporanea perdita di funzionalità dell’intero arto.




STINCO

Quest’osso non è protetto da fasce muscolari, pertanto è particolarmente sensibile: un colpo allo stinco (anche se non molto potente) provoca sempre intenso dolore e talvolta la frattura.





DIFESA PERSONALE: 15 accorgimenti che vi salveranno la vita


1) evitare il confronto fisico. Cercare SEMPRE di risolvere verbalmente le situazioni, tentando di calmare le acque.

2) in caso rissa, cercare di sottrarsi al contesto o colpire (solo se non se ne può fare a meno) e allontanarsi.

3) in caso di minaccia armata, assecondare la richiesta del malvivente (es. dargli borsa, portafogli o telefono).

4) in caso di aggressione in atto, armata o disarmata, tentato omicidio o stupro, colpire duramente e ripetutamente nelle zone vulnerabili fino a crearsi la via di fuga e allontanarsi il più possibile dalla zona di pericolo.
In caso di aggressione armata con arma bianca è inoltre essenziale, quando è possibile, mantenere la distanza di sicurezza dall'arma impugnata, a meno che l'attacco non stia avvenendo a distanza ravvicinata, in tal caso occorre fare appello a tutta la propria resistenza e forza e bloccare il braccio con cui questa è brandita, per poi colpire e fuggire. NON tentare disarmi da armi bianche.
Nb. In caso di difesa da arma da taglio, tenere presente che nel 90% dei casi ci si taglia a nostra volta, ma sul momento non si ha tempo per "leccarsi" le ferite.
Abbiate consapevolezza del fatto che la "difesa da coltello" non esiste perché gli attacchi non avvengono in modo statico come in palestra. Chiunque abbia un minimo di familiarità con la "vita da strada" sa bene che esistono vere e proprie sottoculture sull'uso del coltello e sulla sua maneggevolezza, velocità, capacità di cambiare repentinamente angolo di attacco ecc...
Un malvivente che sceglie di usare un coltello lo sa usare molto meglio di noi.
Ciò che invece esiste è la SOPRAVVIVENZA da attacco con coltello. Bisogna, laddove non è possibile fuggire preventivamente, lottare con tutte le proprie forze per riuscire a crearci la via di fuga e mettere in salvo la nostra vita, anche se questo vuol dire invalidare l'aggressore.

5) mai intrattenersi a combattere con l'aggressore, salvo il caso in cui stiate guadagnando tempo per permettere a una terza persona di fuggire e mettersi al sicuro.

6) mai combattere a terra, anche in caso di vantaggio. Mentre voi siete sopra al vostro avversario che lo colpite, un complice può assalirvi alle spalle con bastone, bottiglia, coltello ecc.
La strada non è un ring con regole e arbitro di gara.

7) evitare di percorrere strade isolate da soli. Se costretti, prestare attenzione all'ambiente circostante. Se incrociate qualcuno che vi passa accanto diretto nella direzione opposta alla vostra, tenetegli d'occhio le mani. Esse devono essere ben visibili. Tenersi pronti a scattare per fuggire o a colpire e fuggire come nel punto 4 nel caso egli porti una mano a una tasca.

8) tenere sempre il cellulare a portata di mano pronti a chiamare le forze dell'ordine.

9) in caso di intrusione in casa, chiamare le autorità. Solo se impossibilitati a farlo, cercare di parlare con l'intruso per comprendere cosa voglia. In caso di assalto, reagire come nel punto 4 per preservare la vostra incolumità o quella dei vostri cari. Cercare laddove possibile di digitare sempre il numero delle forze dell'ordine e lasciare la chiamata aperta.

10) in caso di reazione a un assalto, le zone vulnerabili primarie da colpire per mettersi in salvo saranno le seguenti: occhi, naso, gola, testicoli, come le circostanze, la tensione emotiva o il contesto ambientale vi permettono (nessuna tecnica, per i suddetti fattori, vi riuscirà pulita come in una spaziosa palestra con un avversario collaborativo). Non esitare ad aiutarsi con oggetti di fortuna ma SEMPRE al fine di crearsi il lasso di tempo per fuggire, mai per accanimento contro un aggressore già inerme.

11) la difesa personale NON è combattimento da strada, ma strategia per preservare la vostra incolumità da pericoli letali e tornare a casa vivi.

12) l'aggressore, a meno che non abbia ragioni di rancore verso di voi, è essenzialmente un vigliacco. Egli seleziona la propria vittima scegliendo sempre quella che gli trasmette debolezza o che suscita in lui la certezza di poterne uscire vincitore. Dunque quando camminate per strada, fatelo a passo deciso, mento alto, con sicurezza ed evitando inutili provocazioni di sguardi, ma nemmeno tenendo gli occhi bassi. Guardate sempre davanti a voi, ma allenate i sensi a percepire cosa avviene attorno.
Prevenire è sempre meglio che curare.

13) quando vi trovate in un locale, al ristorante, seduti dal parrucchiere o al bar, fate sempre in modo di dare le spalle a una parete. Abbiate sempre le spalle coperte e la percezione di ciò che vi accade intorno.

14) distanza di sicurezza. In caso di collutazione cercate di mantenere almeno un metro e mezzo di distanza tra voi e l'altra persona. Fate in modo che egli stesso non invada il vostro spazio.

15) dedicate almeno 4 o 6 ore a settimana a una qualunque forma di allenamento anche in casa. Un corpo pronto a scattare avrà sempre più probabilità di uscire vivo da una situazione di pericolo rispetto a chi pratica uno stile di vita sedentario.





FATTORE AUTOCONTROLLO


Come già espresso, il Krav Maga, come qualunque disciplina di difesa personale, è un arma e come tale va trattata.
La pistola va pulita o rischia di incepparsi, la tecnica va affinata.
La pistola non va usata inutilmente, il Krav Maga non va usato per uscire vittoriosi da litigi da bar o altri contrasti che possono trovare in un'approccio verbale le loro soluzione.
Il Krav Maga va utilizzato come ultima risorsa unicamente in contesti in cui è a repentaglio l'incolumità nostra o di qualcuno a noi vicino.
Si rivela pertanto fondamentale iniziare un profondo percorso dedito all'autocontrollo, ossia la versione più pratica di quella filosofia che nelle arti marziali orientali trova nella meditazione e nell'etica spirituale la propria ragione.
Questo lavoro su noi stessi può essere effettuato a cominciare dalla vita di tutti i giorni, dai problemi o dalle diatribe che possono bussare alla porta della nostra coscienza.
Tutti noi siamo abituati a ritmi di vita frenetici e serrati, e spesso basta molto poco per creare in noi malumori o reazioni istintive talvolta anche controproducenti.
Possiamo ritrovarci a discutere con un collega di lavoro così come a litigare con il partner, o ad inalberarci per qualcosa andato storto, un progetto di lavoro non andato a buon fine, una gomma dell'auto forata che ci fa arrivare tardi a un appuntamento o altro ancora.
È esattamente da qui che dobbiamo partire. È questa la prova quotidiana di autocontrollo che siamo chiamati a sostenere, il terreno di allenamento migliore per limare quegli aspetti più impulsivi e irascibili della nostra indole.
Una mente controllata è in grado, anche in un contesto di autodifesa, di saper gestire meglio la propria emotività ed evitare azioni inutili, controproducenti, in favore di quelle necessarie alla propria salvaguardia.
Qualunque disciplina è basata, oltre che sui muscoli, anche e soprattutto sulla mente.
Usate la testa, non la rabbia, e sarete vittoriosi anche nelle sconfitte della vita. Sarete in equilibrio e realmente capaci, in caso di pericolo, di prendere decisioni immediate atte alla risoluzione della minaccia.




KRAV MAGA TRADIZIONALE o ISRAELIANO

Si definisce "tradizionale" quel particolare stile di Krav Maga incentrato sull'apprendimento di un ristretto numero di tecniche (quelle originali elaborate da Imi Lichtenfeld) e basato sui principi da egli promulgati e qui sopra esposti.
Inoltre lo stile "tradizionale" o "Israeliano" è realmente adatto a chiunque, indipendentemente da corporatura, sesso, età o preparazione atletica. Esso non è basato unicamente sul fattore di forza contro forza, ma deve mettere nelle condizioni di potersi difendere efficacemente da un aggressore più forte anche una ragazzina vittima di un tentativo di violenza sessuale o un soggetto diversamente abile. Perché l'autodifesa è un diritto inalienabile di tutti.
Naturalmente una persona allenata, laddove non vi siano impedimenti fisici all'allenamento se non la propria forza di volontà, avrà sempre maggiori possibilità di sopravvivenza in un contesto estremo.
Ulteriore fattore del Krav Maga Tradizionale è la sua rapidità di apprendimento, focalizzandosi, più che sulle tecniche replicate quasi meccanicamente, sui principi su cui esse si basano così che l'individuo sia in grado di elaborare la propria strategia laddove lo scenario presentatosi sia a lui nuovo o inadatto all'esecuzione di una data tecnica così come la si è appresa. 
Completa il quadro delle differenze tra lo stile Israeliano e quello nostrano il fattore pericolosità. In Israele chi si difende da un aggressore arrivando a procurargli danni permanenti o addirittura morte, non è penalmente perseguibile nello stesso modo che avviene in Italia in cui vi sono tutta una serie di norme (giuste o sbagliate dipende dall'opinione di ognuno) sulla proporzionalità o l'eccesso di legittima difesa, leggi che possono portare la vittima a essere perseguibile al pari del carnefice.